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CI PENSERANNO LORO. I NOSTRI FIGLI
MEDIUM MARZO 2017
Oggi Benedetta esprimerà il suo primo voto.
Non mi ha chiesto consiglio, ha deciso.
In queste settimane ne abbiamo parlato, le ho fatto domande per capire cosa stesse pensando.
L’ho ascoltata, curioso di conoscere le opinioni sue e dei suoi amici e coetanei.
Ho tentato di manifestarle il mio pensiero e, ogni volta che ci ho provato, mi è sembrata riottosa, refrattaria al mio punto di vista.
Mi sono chiesto perché e poi, riflettendo, ho capito: non ce ne era bisogno!
Le mie adulte riflessioni, le analitiche considerazioni, l’argomentare scenari politici plausibili, sia nel merito delle riforme che, più in generale, sulla portata politica di questo referendum, non le servivano: il suo pensiero pubblico, politico, per quanto acerbo, esiste, è compiuto. Segue geometrie che fatico a comprendere, si alimenta di informazioni che non conosco, è il frutto di ragionamenti che fanno salti sorprendenti e tuttavia ha generato una scelta, la sua, autonoma, originale, seguendo indiscutibili coerenze.
Mi è apparso così, quando me lo ha comunicato.
Margherita, che non ha ancora diciotto anni, argomentava anche lei, in queste nostre referendarie conversazioni, come se avesse potuto o dovuto. Mi ha stupito ascoltare le sue convinzioni e ancor di più i suoi perché. I pensieri elaborati, guardando alla realtà, da più di un punto di vista. Non era chiamata a farsi una idea, ad avere una opinione, ad esprimere una scelta, ad entrare in cabina, eppure, in queste settimane, si è cimentata con la politica.
Non importa se oggi, il nostro voto sarà, così come è, il medesimo. Se esprimeremo la stessa convinta scelta. Sarebbe anche potuto non essere così. Quello che conta è che, pur fra mille mancanze, sono riuscito a trasmettere il valore e la responsabilità della cittadinanza, il senso ed il significato di sentirsi parte di una comunità più grande di casa, scuola, amici, piazza, pizza.
Ecco, ho vinto la campagna elettorale più importante! E’ durata 19 anni ma ce l’ho fatta.