L’INDUSTRIA TURISTICA ITALIANA: ELEMENTI STRUTTURALI E PROSPETTIVE DI RILANCIO

GHNET SETTEMBRE 2009

Il settore non ha avuto scossoni, certo ci sono state annate migliori ed altre meno importanti dal punto di vista statistico, ma un dato è inconfutabile: in questo dossier si evidenziano i problemi strutturali che ne rallentano la crescita e che dal 2009 sembrano ancora irrisolti.

Negli ultimi anni si è più volte sentita la denuncia della mancanza di politiche nazionali e strategiche per il turismo italiano; per comprenderne il senso ed il peso bisogna metterla in relazione con le dimensioni economiche che caratterizzano il settore turistico nel quadro del sistema produttivo italiano.Nel 2007 la spesa turistica complessiva in Italia, data dai consumi domestici ed internazionali, è stata di 95,5 miliardi di euro, pari al 10,4% dei consumi interni totali; tale cifra ha attivato un valore aggiunto di 73,5 miliardi, fra effetti diretti e indiretti, pari quindi al 4,8% dell’intero valore aggiunto nazionale. È inoltre di assoluto rilievo la ricaduta occupazionale di tali risultati: nel 2007 il numero di unità di lavoro attivate dalla domanda turistica ha superato i 2,4 milioni, pari al 9,7% dell’occupazione totale in Italia. Stimando poi l’economia turistica allargata la domanda turistica complessiva corrisponde ad un fatturato di circa 173 miliardi, ovvero quasi il 12% del PIL, per un valore aggiunto superiore ai 133 miliardi, dunque pari a quasi il 9% del totale nazionale.

Dunque l’urgenza di sollecitare l’attivazione di nuove politiche improntate ad una maggiore considerazione strategica del settore turistico trova la sua ragione per un verso nella rilevanza che il turismo assume rispetto all’economia nazionale e nella dimensione dei flussi e dei movimenti che effettivamente attrae, ma anche nella difficile situazione competitiva che ormai da diversi anni sta penalizzando l’Italia rispetto ai suoi principali competitor. È sufficiente un rapido sguardo al quadro turistico internazionale per rendersi conto della non felice posizione italiana (vedi Pdf).

Dal 1950 al 2005 il turismo internazionale è cresciuto nel mondo con un tasso medio annuo del 6,5%, passando da una media annua del 10,6% negli anni ’50 al 3,3% del periodo 2000-2005. In questo processo di enorme crescita turistica, l’Italia ha mostrato di crescere meno degli altri paesi, perdendo dunque posizioni nel ranking mondiale; e anche negli ultimi anni il confronto dei tassi di crescita è quantomai eloquente: nel periodo 2002-2006 gli arrivi internazionali sono cresciuti del 20,5% a livello mondiale, del 15,3% in Europa, e solo del 3,2% in Italia.

L’economista Jacques Attali, esperto nella definizione di scenari economici di lungo termine, individua per i prossmi anni tre settori destinati a trainare la crescita economica globale in un contesto generale di crisi e di recessione: 1) le infrastrutture, il cui sviluppo sarà stimolato e trainato soprattutto dall’ammodernamento in atto nelle economie in via di sviluppo, in particolare quelle asiatiche; 2) il settore assicurativo, che risponderà alla crescente domanda di sicurezza destinata a svilupparsi; 3) il settore dell’intrattenimento e del tempo libero, che costituisce l’altra faccia della madegalia rispetto al settore assicurativo, e dunque risponderà al bisogno di evasione e di svago, anch’esso destinato a crescere. Nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero il turismo occupa chiaramente una posizione eminente, marcatamente nelle società in fase di sviluppo economico, nelle quali i viaggi rappresentano un importante status symbol, e che dunque si pongono in prospettiva come importanti, nuovi mercati di riferimento per gli scenari turistici dei prossimi decenni.

Nonostante i chiari segni di flessione avvenuta negli ultimi anni, per gli aspetti sopra evidenziati il turismo è, e rimane, un fattore di tenuta per l’economia italiana. Non mancheranno mutamenti di scenario, a livello nazionale e internazionale, ma tali mutamenti non significheranno necessariamente un tracollo: in altri termini, la “crisi” a cui il turismo sta andando incontro non è una crisi assoluta, ma riguarderà solo le realtà che non sapranno adeguarsi ai cambiamenti in atto, guardare al futuro e investire sulle strategie.

Se dunque il turismo, come c’è motivo di ritenere, sarà nei prossimi anni una base solida per l’economia nazionale, vale la pena di ignorare ulteriori classifiche o i pronostici sulla stagione in corso, per soffermarsi piuttosto sul presente della realtà italiana e decifrare le ragioni di un trend di crescita che negli ultimi anni è stato inferiore a quello registrato dai competitor, per rimarcare l’importanza di comprendere e considerare anche quei cambiamenti in atto che prescindono dalla crisi e che sono guidati invece da un’evoluzione dei modelli di consumo e di concezione del servizio turistico. È questa l’ottica che ha guidato la ricognizione che segue sulle più importanti questioni strutturali che caratterizano il sistema di offerta e sulle dinamiche che si possono osservare sul versante della domanda.

L’analisi prosegue nel pdf di seguito :

1. Il turismo in Italia e nello scenario internazionale.
2. Le questioni strutturali del turismo italiano
3. Il turismo culturale
4. Mutamenti della domanda
5. Proposte per il rilancio del turismo italiano

L’industria turistica italiana. Analisi e prospettive.