TURISMO E FISCALITA’. EFFETTI DELLA RIDUZIONE DELL’IVA NEL TURISMO

GHNET MAGGIO 2013

E se da domani si diminuisse l’imposta sul valore aggiunto nel comparto turistico, quali sarebbero i vantaggi per le aziende che vi operano? Mara Manente, presidente del CISET di Venezia, dà un quadro dettagliato sui possibili scenari  derivanti dalla riduzione della pressione fiscale.

 

1. Obiettivi dell’analisi

Lo studio si propone di misurare quali potrebbero essere gli effetti macroeconomici di un intervento a favore del settore turistico basato su una politica fiscale “di vantaggio” per le attività che operano nel comparto. In particolare, l’analisi simula gli effetti di una riduzione dell’aliquota IVA dal 10% al 5% nel settore “Ricettività e pubblici esercizi”. L’ipotesi sottoposta a test consiste nel quantificare in che misura la riduzione dell’aliquota IVA sui servizi turistici considerati, determini una riduzione del prezzo finale per i consumatori, un aumento del ricavo unitario per gli operatori e conseguentemente un aumento dell’attività turistica indotto sia da una crescita della domanda di turismo (in termini di maggiori presenze e di maggiore spesa) sia dai maggiori investimenti che potranno essere effettuati dal settore. Questi effetti diretti della manovra generano a loro volta, a cascata, impatti macroeconomici sui livelli di occupazione e di valore aggiunto dell’intero sistema economico-produttivo nazionale.

Infine, l’intervento di riduzione dell’aliquota IVA viene valutato sotto la condizione che la manovra non debba alterare il vincolo di bilancio. Così, a fronte della perdita di gettito iniziale, si è misurato a quanto effettivamente ammonti tale contrazione, tenuto conto che all’incremento di attività e di reddito conseguenti alla manovra potrà corrispondere un aumento della base imponibile e dunque un maggiore gettito tributario sia per IVA che per altri tributi (IRPEF, IRES, IRAP, ecc.). La figura che segue descrive lo schema di riferimento dell’analisi.

2. L’aumento dei consumi turistici

Per effetto della manovra simulata nell’analisi, il beneficio sull’intero sistema turistico nazionale si tradurrebbe in un incremento del 4,4% dei consumi turistici. Tale risultato tiene conto del fatto che l’aumento delle presenze turistiche dovuto alla riduzione dell’aliquota IVA non favorisce solamente un aumento della spesa nel ristretto comparto della ricettività e dei pubblici esercizi, il settore direttamente coinvolto dalla simulazione, ma determina anche un aumento della domanda di altri beni di consumo. Infatti, assumendo che il servizio turistico sia composto da un paniere di beni e servizi fra loro strettamente complementari, l’aumento delle presenze turistiche determina un uguale aumento percentuale della spesa in ogni bene del paniere.

3. Gli effetti sugli investimenti del settore turistico

Un altro aspetto da considerare riguarda l’effetto iniziale della politica fiscale sugli investimenti. Anche in questo caso il punto di partenza è rappresentato dal fatto che la riduzione dell’IVA determina un aumento delle presenze turistiche e un conseguente aumento dei ricavi e dei profitti delle imprese del settore. Questo contesto legittima l’ipotesi generale che anche gli investimenti del settore possono aumentare a seguito della politica fiscale. Come conseguenza di ciò, le stime effettuate indicano che gli investimenti operati dagli imprenditori turistici aumenterebbero del 6,6%.

4. Il vincolo di bilancio e la Pubblica Amministrazione

L’intervento di politica fiscale, infine, è stato simulato sotto la condizione che la manovra non debba alterare il vincolo di bilancio. Per far ciò è necessario ipotizzare quali potrebbero essere le modalità con cui viene finanziata la riduzione dell’IVA nel settore considerato. La manovra determina una perdita iniziale di gettito IVA valutata in 2.434 milioni di euro. Questa perdita di gettito è però solamente apparente perché la manovra fiscale genera un aumento delle presenze turistiche e quindi un aumento della spesa per consumi e investimenti. Ciò significa che ci si può attendere un aumento della base imponibile IVA complessiva e quindi un effetto positivo sul gettito di questo tributo. A ciò vanno aggiunte altre due considerazioni. La prima riguarda il fatto che la manovra determina effetti diretti ed indiretti sulle entrate fiscali non solo per quanto riguarda il gettito IVA, ma anche perché modifica il gettito di tutti gli altri tributi (fra cui ricordiamo l’IRAP, l’IRES e l’IRPEF) sia a livello erariale che locale. Il gettito tributario non può cioè essere considerato costante nell’analisi.

La seconda considerazione riguarda il fatto che nel verificare il rispetto del vincolo di bilancio, è necessario anche considerare l’aumento delle entrate fiscali dovuto al maggior reddito e valore aggiunto creato nell’intera economia, e non solo la variazione delle entrate fiscali direttamente imputabili alla manovra. Il bilancio pubblico a cui intendiamo fare riferimento è cioè quello ex-post, quello cioè che risulta una volta che si sono realizzati tutti gli effetti economici della manovra. Ciò significa, in definitiva, che la perdita complessiva di gettito fiscale rispetto alla quale è necessario ipotizzare modalità di finanziamento è inferiore a quella valutata in partenza. Poiché l’intero intervento di politica fiscale viene valutato  sotto la condizione che la manovra non debba alterare il vincolo di bilancio, si ipotizzerà che i consumi pubblici vengano ridotti in modo proporzionale in tutti i settori in modo da garantire una riduzione totale della spesa pubblica di un importo pari alla perdita di gettito fiscale, misurata tenendo conto di tutti i “recuperi” citati. In definitiva, la perdita di gettito apparente di -2,4 miliardi di euro, per effetto dei recuperi considerati, si riduce a -616 milioni di euro, come risulta dalla tabella che segue.

5. L’aumento dei posti di lavoro

L’ultimo step riguarda la stima degli effetti di occupazione generati dall’incremento di attività turistica conseguente alla manovra. Le elaborazioni effettuate utilizzando un modello input-output multiregionale-multisettoriale indicano un aumento complessivo di quasi 100 mila unità (+3,8%) così formato:

  • Un aumento di quasi 109 mila unità (+4,4%) a seguito della crescita del giro d’affari
  • Un aumento di 12 mila unità (+6,9%) dell’occupazione generata dagli investimenti operati dagli imprenditori turistici
  • Una flessione di 21 mila unità a seguito della riduzione di spesa pubblica necessaria per rispettare il vincolo di bilancio.

Bibliografia

CISET, Politiche fiscali per il turismo ed effetti macroeconomici, Rapporto finale per Confturismo, Venezia, 2010.

Manente M., “Il turismo nell’economia italiana”, in Mercury, Rapporto sul turismo Italiano, Franco Angeli, anni vari

Manente M., Zanette M., “Macroeconomic effects of a VAT reduction in the Italian Hotels&Restaurants Industry”(2010), Economic Systems research, Vol. 22(4), December, pp.407-425

Di seguito  il documento come è  stato presentato alla XIII conferenza CisetBanca d’Italia, “Il turismo in Italia nel 2012”