CULTURA E TURISMO: UNA ECONOMIA DELLE RELAZIONI PER LA RINASCITA DELL’ITALIA

GHNET FEBBRAIO 2013

La mia vision: l’Italia è buon gusto, è arte e ambiente, è cibo e vino, è moda e cultura del buon vivere. E’ un insieme immensamente ricco, attraente e unico. Ovunque l’Italia è bellezza. Dobbiamo difendere e valorizzare questo nostro patrimonio fatto di luoghi e di persone capaci di accogliere.

Sono convinto che l’ospitalità di qualità e la cura del buon vivere siano premessa strategica e al tempo stesso motore per il rilancio economico del paese. Occorre pertanto  fare crescere la cultura dell’ospitalità e trasformarla nella infrastruttura più capillare e potente del paese; migliorare la raggiungibilità e la fruibilità dei luoghi anche di quelli meno noti e apparentemente periferici; garantire una qualità dell’esperienza turistica capace di soddisfare il viaggiatore; promuovere con capacità ed efficienza il nostro paese in tutto il mondo.

E’ necessario che la politica si impegni a cancellare privative, interferenze normative, sovrapposizione di competenze, indebiti gravami e quant’altro si frappone al rilancio delle nostre autentiche qualità convinto come sono che l’Italia e i suoi abitanti siano la risorsa migliore, il fattore di produzione distintivo e realmente competitivo su cui puntare.

 

Cultura e Turismo: una economia delle relazioni per la rinascita del paese

La cultura, i luoghi, i musei, le bellezze naturali e paesaggistiche, i monumenti, sono i principali generatori della nostra economia, producono valore diretto e aggiungono valore ai nostri prodotti.

La cultura non è un settore dell’economia bensì la più potente delle infrastrutture italiane.

E’ la fibra, il filato attraverso il quale connettiamo e innerviamo tutto ciò che produciamo, dalle merci all’ospitalità.

La cultura è il fattore di produzione distintivo e realmente competitivo su cui puntare per far uscire l’Italia dal declino.

Il turismo è la rappresentazione più evidente di cosa sia capace di generare il sistema naturalistico e culturale: 400 milioni di pernottamenti, 2,2 milioni di occupati, 6% del valore aggiunto (VAT). Pur essendo fra i big players del turismo mondiale l’OCSE ritiene che l’Italia abbia ancora enormi potenzialità inespresse soprattutto nel sud del Paese e che il turismo rappresenti uno dei settori economici più significativi e strategicamente più rilevanti per lo sviluppo sul lungo periodo.

Il turismo mette a valore tutto ciò che è espressione del territorio. Non si importa né si impianta, si sviluppa nei territori con il concorso di chi ci vive e ci lavora e dove vivono bene gli abitanti stanno bene anche i viaggiatori.

Il turismo è un’economia del movimento e delle relazioni, che produce esperienza e significati, che genera valore e ricchezza.

Oggi, grazie alla rete e ai social network, il cambiamento nel modo di viaggiare, riavvicina il viaggiatore all’esperienza più naturale e analogica del viaggio: interagire con i territori e le persone che vi si incontrano. E’ una disintermediazione, prima culturale e poi commerciale, che rafforza la logica della relazione diretta tra turista e albergatore, tra ospite e ospitante. Internet è lo strumento per esserci, comunicare, lavorare, promuoversi e vendere ma il business viene fatto altrove. Il turismo italiano è una economia de-localizzata al contrario: materia prima e produzione in Italia; know how, fatturati e utili all’estero.

Far crescere l’economia turistica significa mettere in rete luoghi, territori, donne, uomini e imprese per la costante ri-generazione e valorizzazione della cultura italiana.

Cultura e turismo, la nuova economia delle relazioni, dovranno essere al centro dell’agenda del prossimo Governo.

Dieci ambiti di intervento per far crescere il turismo Italiano

I problemi del turismo coincidono esattamente con i quelli dell’Italia: hanno un carattere strutturale. Perciò non serve una politica del turismo, ma interventi realmente innovativi ed incisivi per ognuno dei settori coinvolti dal turismo.

1 – Governance
E’ necessario ridefinire le competenze e le relative politiche pubbliche, attraverso la riforma del Titolo V della Costituzione, attribuendo allo Stato l’attività di promozione insieme ad una maggiore capacità di coordinamento delle politiche regionali e alle Regioni la mobilità, i servizi per l’accoglienza e l’ospitalità.
Occorre inoltre una governance che attui il coordinamento tra il Turismo e le politiche di sviluppo relative alle Infrastrutture, ai Trasporti e alla Cultura.
Infine, l’imminente piano strategico per lo sviluppo del turismo deve essere adottato a seguito di un percorso partecipato che coinvolga operatori pubblici e privati in modo che le misure e le priorità siano rispondenti alle reali necessità del comparto.

2 – Università e formazione
E’ necessario formare una classe dirigente capace di sostenere processi di crescita e sviluppo dell’economia turistica italiana sia che operi nel settore pubblico che in quello privato. Perciò, fatta salva la necessità di razionalizzare la formazione professionale di base e la garanzia di equipollenza delle lauree in scienze turistiche, occorre prevedere l’istituzione della Scuola Superiore di Studi Turistici – con la collaborazione di eccellenze accademiche italiane ed estere, il coinvolgimento dei centri studi nazionali e delle imprese private interessate a concorrervi – affidandole il compito fra l’altro di generare e partecipare a spin off imprenditoriali per la valorizzazione e la gestione del patrimonio archeologico, naturalistico, museale e culturale italiano. Per gli stessi fini occorre inoltre prevedere modalità per il sostegno, col concorso dei privati e dei fondi strutturali, di spin-off universitari.

3 – Lavoro
Cogliere l’opportunità del nuovo contratto di apprendistato incentivando la gestione di gruppi di imprese di uno stesso contratto per accrescere la professionalità dei giovani svincolando il rapporto di lavoro dalla stagionalità delle attività turistiche.
Utilizzare la cassa integrazione per migliorare lo stato del patrimonio e dei siti culturali a beneficio anche dell’accolglienza dei turisti: ciascun lavoratore in cassa integrazione potrà impiegare 4 ore settimanali per lavori socialmente utili nel campo della cultura e del turismo.

4 – Territorio e ambiente
Per l’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico e la valorizzazione di quello storico architettonico e ambientale, anche a fini turistico-culturali, si dovrà procedere secondo tre diverse casistiche: vendere, mettere a rendita e dismettere. In ogni caso, per incentivare investimenti anche esteri, vanno individuate, con la massima evidenza pubblica, le aree e gli edifici, vanno definite le procedure e approvate le relative norme per garantire la trasperenza e la certezza degli interventi.
Per tutelare il patrimonio e al fine di combattere efficacemente il degrado e gli abusi, intendiamo dotare le amministrazioni centrali e periferiche degli strumenti premiali o disincentivanti necessari a poter incidere fino all’esproprio sulle situazioni di degrado che compromettono il patrimonio artistico, monumentale e paesaggistico di loro competenza.
Infine, per garantire una qualità dell’esperienza turistica capace di soddisfare il viaggiatore occorre favorire iniziative private per la valorizzazione e la gestione del patrimonio storico, monumentale e museale. Tali iniziative non devono tutavia incentivare il consumo del territorio, devono applicare il principio della sostenibilità e devono favorire la nascita di moderni musei nei centri storici, sistemi di ospitalità diffusa nelle case cantoniere, un circuito di accoglienza nei fari, strutture ricettive eco-sostenibili negli insediamenti militari dismessi.

5 – Trasporti e Mobilità
Siamo un paese circondato dal mare, attraversato da strade e binari, dotato di numerosi aeroporti. Per migliorare la raggiungibilità e la fruibilità dei luoghi anche di quelli meno noti e apparentemente periferici, intendiamo sostenere sistemi integrati di mobilità per rendere accessibile tutto il nostro patrimonio. E’ pertanto urgente varare, con il contributo attivo del comparto turistico, il piano nazionale dei trasporti che si occupi anche di avviare servizi ferroviari turistici con treni ad alta panoramicità che viaggino sulle tratte periferiche oggi sotto utilizzate.  Intendiamo poi incentivare l’introduzione di card e tiketing on line utilizzabili oltre i confini comunali per visitare musei e monumenti anche non gestiti dallo stesso ente.

6 – Competitività e promozione
La promozione e la commercializzazione dei servizi turistici avviene per l’80% sul web e rende sempre più superflua la distinzione tra le imprese turistiche, artigianali, commerciali e del made in Italy. E’ necessario dotarsi di un innovativo sistema web per la promozione dell’Italia nel mondo. Si deve perciò procedere al razionale e compiuto accorpamento di ENIT con ICE. Sono necessari inoltre interventi volti a rafforzare le performance promozionali e commerciali a diretto beneficio degli operatori turistici italiani al fine di sviluppare e far crescere la presenza online dell’offerta culturale e turistica anche attraverso un apposito programma di tecnologie per il turismo che impegni congiuntamente Stato, Regioni e Enti locali. Tale programma sia parte integrante dell’Agenda Digitale Italiana.

7 – Spesa pubblica, agevolazioni, fondi strutturali
Come accade in altri grandi paesi europei il settore della tutela del patrimonio culturale e paesaggistico va escluso dai tagli di spesa.
Per accrescere le performance relative all’uso dei fondi strutturali destinati agli interventi in campo turistico, vanno predisposti appositi e più efficienti strumenti di programmazione e monitoraggio.
I contributi pubblici di qualsiasi genere alle imprese turistiche non potranno essere superiori al 30% e occorre bloccare definitivamente quelli destinati ad attività e iniziative di promozione che non prevedono una corrispondente attività di commercializzazione del prodotto e dei servizi turistici.

8 – Semplificazione amministrativa
Per attrarre nuovi interventi e investimenti, nazionali e esteri, a carattere culturale, turistico e ricreativo è indispensabile procedere alla semplificazione burocratica e amministrativa: l’istituto della Conferenza dei Servizi, opportunamente riformato, è lo strumento per attuare, con modalità e tempi certi, le iniziative imprenditoriali in questi ambiti.

9 – Fisco
Per quanto riguarda il fisco, servono misure che vadano in più direzioni tra le quali hanno particolarmente rilievo quelle destinate alla riqualificazione dell’offerta ricettiva:

•    agevolazioni fiscali per fusioni e incorporazioni di imprese turistiche dell’ospitalità;
•    riduzione dell’aliquota fiscale sul plusvalore derivante dalla cessione dell’immobile alberghiero all’impresa turistica per favorire la ricongiunzione fra la proprietà del fabbricato e la relativa gestione;
•    sgravi fiscali per la ristrutturazione e l’adeguamento agli standard qualittivi internazionali delle strutture turistico ricettive
•    sgravi fiscali per la riqualificazione e l’efficientamento energetico delle strutture ricettive nella prospettiva europea emissioni zero prevista per il 2020;
•    esenzione dalle imposte per i primi 3 anni per le nuove SRL semplificate al fine di incentivare l’iniziativa imprenditoriale a carattere turistico e culturale degli under 35;
•    per abbattere il digital divide defiscalizzare gli investimenti delle PMI turistiche e culturali che investono in strumenti tecnologici, strategie di e-commerce e promozione online;
•    favorire i piccoli e grandi mecenatismi consentendo di detrarre dalle imposte il devoluto destinato ad interventi culturali e paesaggistici.

10 – Demanio
Le concessioni demaniali hanno a che fare con un’attività importante per l’economia turistica. E’ utile completare la riforma del Governo per disincentivare la speculazione fondiaria e la rendita di posizione introducendo un periodo minimo di apertura obbligatorio e selezionando il concessionario in base alla qualità del servizio turistico proposto, commisurando la durata delle concessioni agli investimenti destinati a migliorare tale servizio.